L’anno catechistico che abbiamo trascorso è stato indubbiamente un anno molto particolare, un po’ faticoso a causa della pandemia, ma anche molto costruttivo.
La novità più bella è stata il catechismo durante la messa, cioè la Parola della domenica spiegata ai bambini, a loro misura e solo per loro.
E così la domenica è diventata, anche per i bimbi, un appuntamento da non perdere e uno stare finalmente di nuovo insieme.
Poi il ritrovarsi ogni settimana (con meet la maggior parte delle volte e una volta al mese in chiesa per un breve momento di preghiera) ci ha consentito di occuparci ancora dei bambini che ci sono stati affidati e di continuare la nostra missione, bruscamente interrotta lo scorso febbraio e proseguita a singhiozzi fino a maggio dello scorso anno.
Abbiamo seguito, nel tenere i vari incontri, lo scorrere dell’anno liturgico. E allora in quegli incontri in chiesa abbiamo pregato una volta per la pace, una volta per i malati, abbiamo contemplato figure di santi e beati giovani (Domenico Savio e Carlo Acutis), ci siamo preparati al Natale contemplando il Presepe, alla Pasqua vivendo la Quaresima.
I bambini hanno preparato decorazioni per l’albero di Natale davanti alla chiesa e biglietti di auguri di Pasqua per gli anziani soli o malati. Hanno portato la domenica i viveri per i poveri e hanno capito che basta un piccolo gesto (una telefonata, una preghiera,….) per prendersi cura di qualcuno.
Ringrazio di cuore i genitori che hanno aiutato i loro figli ogni settimana a collegarsi. Mi ha colpito vedere i bambini contenti di “ritrovarsi insieme” e sentirli dire che il tempo dell’incontro era volato.
Le sorprese non sono mancate: ho percepito al di là dello schermo mamme, nonni e fratelli che seguivano l’incontro e così ho capito che stavo facendo catechismo anche alla famiglia, che i genitori erano coinvolti e che il Vangelo entrava davvero nelle case.
Per me come catechista è stata una esperienza arricchente, ma indubbiamente faticosa perché ha stravolto le tecniche del fare catechismo consolidate da anni: mi sono dovuta mettere in gioco e reinventare modi e metodi per annunciare Gesù e la sua Parola.
Non ultimo è stato molto importante ritrovarsi (sempre su meet) ogni settimana con il gruppo catechisti per farci spiegare la Parola da Don Andriy e condividere le esperienze e le fatiche.
In questi mesi mi ha fatto compagnia un pensiero scaturito da una meditazione di Ezechiele: il Profeta non si rassegna nel momento difficile, nel tempo particolare, come il nostro. Anche noi catechisti siamo chiamati a essere profeti ora, a portare adesso la speranza, proprio in questo tempo di pandemia.
Cristina